ALITO CATTIVO: UN PROBLEMA CHE COLPISCE UNA PERSONA SU DUE
a cura di: dr. Michele Caruso
L’alito cattivo o alitosi è un problema con risvolti anche sociali che riguarda circa la metà degli adulti.
Alcune volte chi ne è portatore ne è cosciente, altre no, ma lo sanno bene quelli che gli sono vicini! Talvolta costoro non danno la giusta importanza al problema e questo diviene discriminante nei loro rapporti sociali. Neppure il contrario è corretto come modo di affrontare il problema. Infatti spesso si presentano negli studi persone affette da una vera psicosi da alito pesante. Spesso non è un fatto reale ma solo una loro convinzione che, altrettanto di chi ignora il problema, rischia di deteriorare i rapporti sociali perché li rende insicuri.
E’ noto che la causa è nella maggior parte dei casi legata al cavo orale. Solo una piccola percentuale dei casi è riferibile a un motivo diverso dalla bocca (circa il 10%): tali diverse cause sono legate a patologie più importanti come nefropatie, problemi polmonari, intestinali e dello stomaco dove i batteri attuano un processo di putrefazione che causa l’alitosi.
Relativamente più semplici sono il 90% dei rimanenti casi che dipendono in gran parte da una mancata corretta gestione dell’igiene del cavo orale.
Una causa transitoria, ma importante, è l’alitosi del mattino legata all’attività batterica durante il riposo notturno che si estrinseca con la produzione di gas contenenti zolfo. Basta spazzolare bene i denti e la lingua non appena ci si alza e il problema è risolto.
Diverso è invece quando la causa è tale da rendere l’alitosi permanente. A nulla vale spazzolare i denti e consolarsi con il sapore di menta che si percepisce non appena ci si è risciacquati. Questo è destinato a sparire quasi subito e lasciare il posto di nuovo all’alito cattivo. E’ il caso di chi non esegue periodicamente un’igiene orale professionale (detartraggio) e quindi viene colpito da gengivite (infiammazione delle gengive), o peggio ancora da parodontite (oltre alle gengive infiammate, si perde parte il sostegno legamentoso ed osseo del dente). In questo caso solo il dentista e la sua igienista potranno risolvere il caso.
Occorre ricordare che parte dell’alitosi è sostenuta da batteri che vivono sul dorso della lingua. Lingue particolarmente plicate, possono trattenere una grande quantità di residui alimentari e quindi di attività batterica. E’ ottima norma, quando si spazzolano i denti, dare, alla fine della pulizia, due o tre colpi di spazzolino sul dorso della lingua. Occorre fare attenzione però a non provocare dei conati di vomito che, facendo passare l’acido cloridrico dello stomaco nell’esofago, alla lunga potrebbero causare delle varici esofagee, cioè una patologia molto più grave e pericolosa dell’alitosi!
Pare che anche le tonsille possano in certi casi essere sede di batteri che producono zolfo, ma queste non si possono certo spazzolare. Potranno essere di aiuto, in questo caso, delle terapie a base di clorexidina da decidere con il proprio dentista.
L’alitosi è spesso presente anche per cause legate a vecchi ponti o capslule infiltrate (oltre 10 anni di utilizzo).
La mancanza o la ridotta produzione di saliva è un’altra causa di questo fastidioso problema. Infatti coloro che assumono farmaci come gli antidepressivi o certi antipertensivi hanno una ridotta produzione di saliva. La poca saliva presente in costoro o la franca secchezza delle mucose non consente la diluizione dei batteri zolfo-produttori.
Concludendo: l’alito cattivo è un problema che va affrontato in collaborazione con il proprio dentista di fiducia e con il medico di famiglia. Insieme sapranno individuarne e risolverne le cause.
dr. Michele Caruso