La pulizia del tartaro: come rendere i denti più bianchi
a cura di: dr. Michele Caruso
La pulizia del tartaro è il primo anello della prevenzione che consente di evitare negli anni lavori lunghi e costosi.
Quotidianamente si presentano in studio pazienti che necessitano di un’igiene orale.
I due casi che presento sono del tutto simbolici poiché la detartrasi è l’atto più comune che si compie in uno studio dentistico e quindi potrebbero essere presentati centinaia di foto di “prima” e “dopo”.
Quando il paziente viene ricevuto, dopo l’intervista anamnestica iniziale e la documentazione fotografica, valuto lo stato dei tessuti molli, la presenza di masse nel pavimento della bocca o nelle pareti delle guance, la zona dei trigoni retromolari, il dorso e il ventre della lingua oltre al pavimento del cavo orale. Infine passo ai denti e la prima cosa che valuto è lo stato di igiene e la presenza o meno di gengivite o parodontite. Con alcune foto mostro al paziente qual è il suo stato di igiene orale. Mostrare la presenza del tartaro, come nei casi presentati, ha solo il compito di motivare il paziente e stimolarlo ad un controllo periodico (sei mesi) che consenta la sistematica rimozione delle concrezioni oltre a permettere una valida forma di prevenzione.
Caso di paziente che da oltre sei mesi non faceva un controllo ed una seduta di igiene. | |
Stesso caso dopo che la dottoressa, igenista dello studio, ha effettuato la pulizia del tartaro. Il detartraggio è la prima forma di sbiancamento dei denti: notare il colore decisamente più chiaro dei denti in entrambi i casi presentati.> | |
Caso prima della pulizia del tartaro… | |
…dopo la pulizia. Notare la presenza di zone di erosione dello smalto presso i colletti. |
dr. Michele Caruso