Sbiancamento di denti non vitali (necrotici o già devitalizzati)
a cura di: dr. Michele Caruso
Sbiancamenti di denti già devitalizzati o necrotici in zone a valenza estetica
I denti devitalizzati oppure il cui nervo è morto spontaneamente, sviluppano una pigmentazione che li rende più scuri rispetto agli altri elementi presenti in arcata. Spesso, se il dente è un incisivo, l’inestetismo che si viene a creare è inaccettabile. Ancora di più se si tratta di un soggetto giovane.
Presento qui quattro casi clinici (foto prima e dopo lo sbiancamento) di soggetti tutti sotto i 30 anni che ho visitato nel mio studio e che avevano denti precedentemente devitalizzati in altra sede o che erano necrotici e quindi già scuri. Dopo aver valutato radiograficamente l’assenza di granulomi apicali ed aver eseguito, ove serviva, un ritrattamento della cura canalare, ho sottoposto i pazienti ad una serie di tre, talvolta quattro, sedute di sbiancamento non vitale. La procedura che ho adottato è la seguente. In prima seduta ho ripulito l’interno della corona dentale (camera pulpare) eliminando anche i più piccoli residui di cemento canalare o di guttaperca usata per la devitalizzazione. Questi materiali infatti hanno dei pigmentanti che traspaiono attraverso lo smalto. Ho preparato poi un impasto di perborato sodico e H2O2 a 130 volumi. Dopo aver isolato il campo con la diga (altrimenti si ustionerebbero le mucose), con una spatolina ho posizionato l’impasto all’interno della corona. Con un k-file da 10 montato su un manipolo da ultrasuoni, per alcuni minuti ho agitato la mistura all’interno della corona impregnando così tutti i tubuli dentinali che sono la sede dei pigmeti responsabili del colore scuro del dente. Dopo qualche minuto ho lavato con l’acqua ossigenata e ho messo un quantitativo minimo della mistura all’interno della cavità coronale sigillando il tutto con un cemento provvisorio. Il tutto è stato ripetuto nella seduta successiva. Nella terza seduta o la quarta dove serviva, ho portato il dente in leggera ipercorrezione (cioè un poco più bianco degli altri), perché in queste tecniche occorre tener conto che vi è sempre un po’ di recidiva. Il dente tende cioè a ritornare del colore scuro iniziale. Portando il colore finale a un grado più chiaro dei denti vicini, in pochi giorni si ha la perdita dell’ipercorrezione e la correzione finale dell’elemento diviene perfetta. In ultima seduta, dopo aver seguito la procedura descritta, ho chiuso la camera pulpare con un composito molto chiaro per rafforzare e stabilizzare il risultato raggiunto.
Queste tecniche consentono di riacquistare con poco costo e senza dover ricorrere a capsule o altri interventi protesici, un’estetica ottima in posizioni estremamente importanti quali quelle degli incisivi.
1 caso prima | |
1 caso dopo | |
2 caso prima | |
2 caso dopo | |
3 caso prima | |
3 caso dopo | |
4 caso prima | |
4 caso dopo |
dr. Michele Caruso