GUMMY SMILE O SORRISO GENGIVALE
a cura di: dr. Michele Caruso

Eccessiva esposizione delle gengive durante il sorriso: possibili soluzioni

La prima cosa che ci colpisce guardando il volto di un individuo è il sorriso. Un bel sorriso ci predispone ad essere più aperti e accondiscendenti verso chi abbiamo di fronte. Giustamente è considerato da moltissime persone come il principale fattore estetico del viso.

Purtroppo alcune volte la natura non ci aiuta e così si possono vedere dei sorrisi che espongono in modo eccessivo la gengiva compresa tra i denti dell’arcata superiore e il labbro superiore (Gummy smile).

Questa viene chiamata comunemente “linea del sorriso alta“. Essa non è un problema quando i denti sono perfettamente allineati, con una forma rettangolare, senza carie o cure antiestetiche e se l’esposizione gengivale non è esagerata. Ma quando questo non avviene, subito l’occhio di chi ci osserva cade su questo inestetismo. Ciò succede non per eccessiva curiosità del nostro interlocutore, ma semplicemente perché l’essere umano per sua natura è portato a notare di più quanto non rientra nel suo criterio di “normale”.

Tralasciando i metodi di ripristino estetico dei denti frontali che oggi hanno raggiunto tecniche molto valide specie con l’uso delle ceramiche integrali e delle faccette in porcellana, vediamo come si può gestire un “sorriso cavallino“.

Il labbro superiore ed inferiore sono sostenuti e in parte costituiti da un muscolo detto “muscolo orbicolare del labbro” che contraendosi ci permette di mandare i baci e che purtroppo contribuisce anche a formare le rughe intorno alla bocca. Quando il gruppo di muscoli che elevano il labbro superiore si contraggono per sorridere, può succedere che l’orbicolare, che è legato ad essi, si lasci “tirare” da questi talmente tanto da esporre ampiamente la gengiva.

Esiste oggi la possibilità di “addormentare” il muscolo orbicolare con l’uso della tossina botulinica. Questa tossina, inoculata alla radice del naso agisce sul muscolo in questione rendendolo meno tonico. Il risultato è che rilasciandosi, il labbro diviene appena più lungo, i muscoli elevatori del labbro non riescono più a sollevarlo del tutto e così si riduce l’esposizione gengivale.

Questi interventi sono modulabili e quindi, se dopo una prima dose di tossina botulinica di tipo A non si è raggiunto il risultato desiderato, è possibile correggere l’esito con una seconda seduta entro 15 giorni dal primo intervento.

Gli effetti del trattamento durano circa quattro/sei mesi dopo di che, tutto torna come prima. Se il risultato è piaciuto sarà possibile ripeterlo.

Questa tecnica funziona molto bene anche per alzare la punta del naso quando è un po’ troppo “cadente” se si agisce su un muscolo prossimo all’orbicolare che si chiama “depressore del setto”. Spesso le due azioni terapeutiche sono associabili con risultati sorprendentemente estetici.

L’estetica del sorriso deve essere presa in considerazione dall’odontoiatra nel suo insieme. E’ riduttivo fare un ottimo ripristino estetico degli incisivi con le faccette e non curarsi delle componenti extradentali, come la gengiva e le labbra. Solo essendo in grado di migliorare il sorriso in tutte le sue componenti il professionista potrà rispondere pienamente alle richieste del paziente.

dr. Michele Caruso

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